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The Daily bullosophy: l’oscura setta dei bullgenitori… Serena Cianfano

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BULLGENITORE… A chi non è mai capitato, nel magico mondo di facebook, di incappare in questo strano neologismo? Questo nome di fantasia, risultato di una curiosa crasi angloitaliana, identifica in maniera specifica una categoria umana alquanto bizzarra: i “genitori” (appunto) di uno o più bulldog inglesi. Non so bene perché si sia avvertita la necessità di creare una categoria che ricomprendesse coloro che si avvicinano a questa razza e decidono di condividere un pezzo della propria vita con un bulldog. Sarà perché il tarchiato molosso di cui sopra rappresenta un unicum nel panorama delle razze canine e, come tale, ingenera una seleziona naturale “all’ingresso” manco fosse il Cocoricò di Riccione… Che… se non lo avete capito è un modo carino per dire che coloro che si autodefiniscono bullgenitori sono tutti una manica di svitati, di cui orgogliosamente faccio parte anche io. Perché asserisco questo? Ora ve lo vado ad illustrare…

Il bullgenitore è indifferentemente un uomo od una donna, con caratteristiche ben definite. Vive in una casa attrezzata a misura di bulldog con letti e divani che ormai non sono più suoi da tempo. Li “condivide”, diciamo… se l’amato botolo ovviamente lo consente. Questo perché non è raro vedere il malcapitato bullgenitore di turno, dormire sul tappeto con una risicata copertina che ha vissuto sicuramente tempi migliori, mentre il principino/la principessa di casa se la ronfa alla stragrande sul divano di piume con svariate coperte di pile a sollazzargli il regal sonno o, in alternativa, non è affatto inusuale osservare il bullgenitore dormire con i piedi fuori dal materasso perché lui, il bulldog, mentre dorme subisce una inspiegabile mutazione che gli fa assumere le fattezze di un San Bernardo obeso per il quale un letto king size potrebbe non esser sufficiente.

A proposito della qualità del sonno del bullgenitore, potremmo definirla una specie di Via Crucis quotidiana. Perché egli/ella non riuscirà più a prender sonno senza il dolce russare del proprio bene amato peloso… ma aver vicino un bulldog (specialmente la notte) significa anche vivere “pericolosamente” in una sorta di costante scenario di guerra batteriologica. Avete una seppur vaga idea dei peti metafisici che il bulldog inglese riesce a sganciare anche e soprattutto quando sogna?

La casa del bullgenitore ha anche altre caratteristiche peculiari. Ad esempio: in camera da letto sette/otto ripiani dell’armadio padronale saranno solo per il facocerino in miniatura. Mantelline, maglioncini, piumini 8 grammi, 12 grammi, 18 grammi, l’eschimo, il barbour e anche il trench che non sia mai che piova e il cucciolo si bagni il santo deretano. In bagno, un paio di cassetti ricovereranno la polvere per bambini a damigiane, barili di crema all’ossido di zinco, bancali di salviette umidificate specifiche, litri di olio di neem e chi più ne ha ne metta.

In cucina, ci sarà un armadietto solo per il botolo ove si troverà ogni ben di Dio… biscotti bio, premietti di ogni fattura, misura, sapore, rigorosamente essiccati al sole di Islanda in boule di cristallo di Boemia, integratori di ultima generazione utili per ogni tipo di carenza anche solo eventuale. Poi, però, non chiedete al bullgenitore nemmeno una Tachipirina scaduta da prendere in caso di febbrone da cavallo, perché non l’avrà. Poiché egli/ella per se stesso/a è un supereroe e nulla lo/la spaventa… Ma non toccategli il suo bulldog perché potreste andare in contro a svariate crisi di panico e di ansia con delirium tremens.

Ecco, sì… l’ansia è la migliore amica del bullgenitore, un’appendice inscindibile delle sue giornate ed il veterinario è il suo Guru spirituale, una specie di figura mitica da idolatrare e alla quale ricorrere per ogni piccola cosa che non “quadra”. Ed è bene sapere che al bullgenitore non quadrerà mai nulla. Sarà sufficiente uno starnuto, una lieve zoppia di pochi secondi o uno sguardo “diverso” dal solito per una passeggiata in clinica. Il povero veterinario in questione non aveva idea, il giorno che ha visto entrare il bullgenitore nel proprio studio con una borsa che Mary-Poppins-levete-proprio come necessaire per il cucciolo, che le sue mansioni non sarebbero state solo quelle di medico laureato con lode in veterinaria ma che avrebbe vestito anche i panni di amico, spalla su cui piangere, consulente spirituale, psicanalista, trainer emotivo e quanto di più bislacco può venirvi in mente.

Serena Cianfano

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