Proseguono le nostre interviste tra gli esperti del mondo cinofilo, Allevatori di eccellenza, Handler, Veterinari, al fine di comprendere cosa determini un Allevamento di eccellenza, quali siano le falle normative a loro favore e cosa si dovrebbe fare per impedire il proliferare di cagnari e pseudo allevatori. Risponde oggi: Dr. Francesco Micoli Direttore Sanitario ReproVet Genetics Italia
- Medico Veterinario DVM
- Residency Universita’ degli Studi di Milano European College Of Small Animal Reproduction
- SIRVAC (Società Italiana di Riproduzione Veterinaria Aniamali da Compagnia)
- Presidente GCM delegazione ENCI Milano
10 Domande
Conoscenze nuove metodiche e accresciuta consapevolezza: cosa determina l’evoluzione dell’allevamento cinofilo, nello specifico della nostra razza? Oggi si osserva una forte crescita da parte dell’allevatore cinofilo, la preparazione professionale ha subito una forte accelerazione in virtù della disponibilità di nuove tecniche nel campo delle biotecnologie consentendo un approccio nuovo al management allevatoriale, lo sviluppo della biologia molecolare ha reso disponibile il controllo di molte patologie genetiche rendendo possibili piani di selezione moderni con un evidente controllo sulla salute ed il benessere animale. In questa razza, in particolare, l’applicazione di protocolli nelle tecniche di riproduzione consente risultati eccellenti e di maggior efficacia rispetto al passato. E’ così, che la consapevolezza acquisita, attraverso la conoscenza, permette di operare con autorevolezza limitando i margini di errore.
La differenza tra amatoriale e professionale è solo una questione di numeri? O anche di qualità? A numeri elevati corrisponde maggiore selezione? Dove sono le criticità in questa equazione? La differenza tra amatoriale e professionale è prevalentemente rappresentata dalla qualità dei soggetti prodotti, indice questo, che può essere misurato sia nelle caratteristiche morfologiche dei soggetti prodotti che sotto il profilo sanitario, le verifiche zootecniche mirano a valutare complessivamente questi aspetti a garanzia di una qualità pensata e indipendente dai numeri di soggetti prodotti. Per contro i maggiori numeri di soggetti prodotti, quando la qualità viene omegeneamente distribuita, rappresentano un successo delle scelte di selezione adottate, inoltre, i numeri consentono di rappresentare il dato genetico e la ripetitività di questo nella popolazione canina del proprio allevamento come elemento fondamentale nel miglioramento genetico della razza. In sostanza, i maggiori numeri producono maggiori informazioni sulla qualità del lavoro allevatoriale svolto, sempre che si mantengano entro range di variabilità accettabili e sono indicatori fondamentali di errori da correggere o risultati da continuare a perseguire.
La qualità come selezione e ricerca paga? Vista la richiesta al risparmio del cliente poco informato? Come si garantisce in termini fattivi questa qualità?La qualità paga sempre in qualsiasi attività della nostra esistenza, rappresenta l’elemento Che identifica la nostra soddisfazione e quella dei nuovi proprietari, è motivo di orgoglio ed è l’elemento propulsivo dello sviluppo zootecnico. In questa razza dove il costo etico ed economico incide fortemente, la qualità prodotta sara’ sempre di più il parametro che selezionerà gli allevatori. Gli standard proposti saranno di valido ausilio a garantire un sempre maggiore livello qualitativo. Test genetici, limiti e controllo degli imbreeding, studio delle percentage of blood parentali, parametri di controllo dei riproduttori e adeguaguamento di questi alla razza attraverso screening dedicati, sono il percorso obbligato a garanzia di qualità.
L’evoluzione dell’allevamento va verso l’eliminazione dell’ipertipo. Il mercato ha recepito questo trend o chiede ancora quel tipo di cane? Come agisce l’allevatore rispetto a questa incongruenza?Quanto incide nella decisione di mettere in riproduzione un soggetto la sua morfologia rispetto ad altre caratteristiche quali carattere e salute? La normativa non tutela l’allevatore serio? Quali le falle normative che permettono ai cagnari di proliferare. Le nuove tecnologie permetterebbero di ridurre le truffe, per es. il deposito obbligatorio del DNA per tutti . Quali soluzioni? L’allevatore segue Il tipo e l’ipertipo nei soggetti prodotti, perché le verifiche zootecniche e l’interesse degli appassionati della razza va in questa direzione, spesso, però, questo processo nasconde un aspetto definito “contro selezione”, ovvero, i soggetti consacrati da queste valutazioni non necessariamente producono un miglioramento in salute, fertilità, e longevità, per contro, soggetti con caratteristiche morfologiche inferiori potrebbero essere miglioratoti, ma spesso non lo saranno mai perché, per le loro caratteristiche morfologiche verranno scartati e difficilmente verranno utilizzati per le monte, facendo perdere allo sviluppo della razza, preziosi “bonus“ di miglioramento. Un bel dilemma, ma che è possibile studiare attraverso un progetto di screening multicentrico, lungo, ma che porterà, nel tempo un miglioramento stabile se mantenuto in essere da regole di attuazione dei programmi di selezione.
Dov’è la falla nella informazione per cui prezzo = cane sano. Cosa non si comprende quando si parla di costo allevatoriale? E cosa dovrebbe determinare la scelta dell’allevamento? La normativa esistente tutela in modo soddisfacente l’allevatore, se si seguono le regole esistenti e ci si pone nelle condizioni giuridiche preposte, l’allevatore serio è tutelato. Ovvio che non bisogna porsi in modo passivo nei confronti delle norme, è compito dell’allevatore proporre revisioni in materia specifica attraverso studi mirati. Il DNA obbligatorio è auspicabile ed allo studio da tempo, e sicuramente verrà, adottato ufficialmente, non sono in grado, oggi, di preventivarne i tempi di attuazione.
Quanto la sinergia con i Veterinari determina il successo allevatoriale? La sinergia tra allevatore e veterinario è conveniente per entrambe le parti quando si realizzano le competenze in senso bidirezionale, l’attività specialistica è spesso a garanzia delle necessità dell’allevatore. Inoltre il professionista è spesso il medico curante dei soggetti ceduti dall’allevatore e può rappresentare un valido “mediatore scientifico“ a tutela e garanzia di entrambe le parti.
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D.C