Tullio….il mio lord.
Il mio primo incontro con un molosso l’ho avuto nel 1993,alla pensione di mio padre che decise di prenderne uno!
Io quasi impazzivo all’idea di avere finalmente un bulldog inglese, perché mio padre sapeva quando adorassi questi “rugosi dal viso…umano”, è stato spesso presente quando per strada, al lato del marciapiede fermavo l’auto, di colpo per scendere e parlare con i proprietari dei “cicci”, accarezzarli, baciarli e coccolarli. Quando ad una festa vidi in difficoltà un “bullo”, per un edema polmonare e ho aiutato il proprietario a salvarlo. Sapeva di questo mio amore per la razza, quindi, mi va a prendere un Boxer.
ehmmm…no comment!
Il cane subito si affeziona a me, solo io posso mettere le mani nella ciotola senza temere di essere pinzata, mi rispetta, e che io tratto da umano.
Ma non è un bulldog!
La svolta nel 2008. Vedi un annuncio e con mio marito partimmo alla volta dell ‘Abruzzo, ma solo per vedere e valutare. Invece, quando arrivammo andiamo in allevamento erano rimasti solo due cuccioli di 4 mesi, uno di questi, bianco, alla nostra vista uno bianco, ci travolge,scodinzola, ci lecca, salta addosso, un tornado…
Arriva con calma, lento, stanco, flemmatico, ci guarda annoiato e seccato perché lo chiamiamo e lo prendiamo in braccio, e per dimostrarci quanto tutto ciò per lui fosse disdicevole pensa bene di far la pipì e la cacca su mio marito!
Una volta a casa, era preoccupato ma calmo. Avemmo subito una brutta sorpresa: feci con il sangue, tanto sangue.
Richiamai mille volte l’allevatore fino a tarda notte, il piccolo intanto si era addormentato, con me che lo controllavo a vista. L’allevatore che mi rispose…cercando scuse, probabili infezioni e in quel momento diedi il meglio, iniziai a urlare nel cuore della notte, lo minacciai pesantemente, arrivando a dire parole corpose. Lui a quel punto mi dice che mi risarcisce, ma il piccolo è mio, nessuno ormai poteva dare un valore al mio grande amore.
La mattina dopo il veterinario mi dice che è molto tipico, bello e sano, solo sverminato male, ma nulla di cui preoccuparsi.
Col passare dei giorni migliora, usciamo, nel mio paese nessuno conosceva il bulldog inglese.
Negli anni tutti hanno imparato a conoscerlo, è venuto con noi ovunque, manifestazioni religiose e politiche, riscuotendo successo e tante coccole.
A 4 anni decido di dargli compagnia, e sapendo che questi teneroni non vivono tanto a lungo, anche per prepararmi alla sua futura partenza, avere un altro bullo per darmi la forza. Presi Amelia da un allevatore amatoriale, sempre con pedigree ovviamente. Un altro bulldog! Lei si rivela subito effervescente, giocherellona, vivace!
Lui paziente, la assecondava, ci giocava, ma a piccole dosi.
Vorrei un successore di Tullio, che sta bene, supera bene l’estate torrida ed umida e l’anno scorso decido di accoppiarlo con Amelia che ha 3 anni. Nascono tre fagottini, lui, ci gioca, ogni tanto li mette in riga, da buon papà, li lecca, li guarda.
A Luglio riesco a dare via Bartolomeo e mi tengo le piccole!
Ritaglio tempi solo per il mio lord. Come dicevo sempre a lui nelle nostre passeggiate :” oggi stiamo solo noi”!
Così come ho fatto anche il giorno prima che volassi sul ponte dell’arcobaleno. Una lunga, passeggiata solo noi, tu ed io, al Pincio, un belvedere fresco dove noi andavamo, seduti poi sul sagrato della Chiesa dove chiunque dal lato opposto della strada veniva ad accarezzarti, e tu ricambiavi!
Ti amavo e tutti conoscevano tutti. Il paese ti aveva adottato, in tanti hanno pianto la tua partenza e si strinsero stretti intorno a noi nel dolore. Te ne sei andato il 5 Febbraio, dopo il giretto in giardino con Amelia e le piccole, mi hai guardato e ti sei accasciato, morbido, in silenzio,in punta di piedi. A nulla è servito il massaggio cardiaco, l’iniezione al cuore, la corsa folle dal veterinario.
Ora, come ti avevo promesso, sei con me, a casa, in salotto sopra il camino, al caldo. Tu adoravi il sole e da quella scatolina spero tu possa goderti i raggi di sole che entrano.