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Laserterapia Veterinaria: in quali campi e con quali benefici.

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Laserterapia veterinaria
In Medicina Umana, soprattutto in dermatologia, vengono utilizzati da tempo e con rilevanti benefici terapeutici diversi sistemi laser. In Medicina Veterinaria, le proprietà curative  le indicazioni d’uso riguardano la chirurgia dei tessuti molli, l’oftalmologia, l’endoscolpia, la fisioterapia e la dermatologia. Con il laser si possono asportare le masse cutanee benigne degli animali per dieresi o per fotovaporizzazione, bio-stimolare la cute con effetti antinfiammatori, anti-dolorifici e di rigenerazione del tessuto nell’ambito di numerose patologie dermatologiche. I pazienti trattati con laser hanno un decorso post-operatorio eccellente ed un buon risultato estetico. Gli effetti collaterali sono scarsi, a condizione che gli strumenti siano utilizzati con le necessarie competenze tecniche.

LASER e` l’acronimo di Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation (amplificazione di luce per mezzo di un’emissione stimolata di radiazioni). Il laser e` ampiamente applicato nel campo della medicina umana e veterinaria e la gamma di patologie che vengono trattate con il i laser a bassa potenza risulta piuttosto vasta.
La laserterapia e` una terapia fisica che utilizza la luce per produrre effetti terapeutici e benefici laser sull’organismo.Il raggio laser viene veicolato con un trasduttore sulla pelle affinché l’energia luminosa venga assorbita dal tessuto dove interagisce con varie molecole dette cromofori, portando a diversi effetti biologici.
La terapia laser e` una tecnica terapeutica non invasiva, indolore e di semplice applicazione. I principali effetti terapeutici della luce laser utilizzati nella terapia dei piccoli animali sono l’effetto antinfiammatorio, l’effetto analgesico, l’effetto antiedemigeno e l’effetto biostimolante. Tutti queste azioni benefiche sono prodotte dagli effetti biologici indotti dalla radiazione laser a livello cellulare e tissutale.
L’interazione della radiazione laser a livello tissutale può produrre tre tipi di effetti biologici:
  1. effetto fotochimico
  2. effetto fototermico
  3. effetto fotomeccanico
Effetto fotochimico-Le reazioni fotochimiche, conseguenti all’assorbimento dell’energia da parte dei cromofori, possono produrre processi fotobiologici complessi che si traducono principalmente nell’aumento di produzione di ATP, nell’incremento nella sintesi delle proteine e degli acidi nucleici, nell’attivazione enzimatica e nell’aumento del turnover metabolico. L’ATP rappresenta la fonte energetica della cellula, per intenderci la sua benzina, il trattamento con il laser porta ad una maggior sintesi dell’ATP ed una maggior disponibilità di energia a livello cellulare. Questo facilita il recupero funzionale e morfologico in caso di danni provocati da processi infiammatorie degenerativi o da eventi traumatici.
Effetto fototermico-Gli effetti fototermici derivano dalla conversione dell’energia ottica in calore: si è visto che a livello terapeutico, gli incrementi di temperatura fino a 42° promuovono gli effetti anabolici, analgesici e antinfiammatori sui tessuti. L’effetto termico riesce ad aumentare la velocita` di molte reazioni biochimiche, indurre una moderata vasodilatazione, con un maggior apporto di ossigeno e sostanze nutritive ai tessuti. Parallelamente determina una aumentata velocita` di rimozione dei cataboliti inoltre il calore induce un rilassamento locale dei tessuti con un conseguente effetto analgesico.
Effetto fotomeccanico
L’effetto fotomeccanico deriva dall’effetto fototermico e induce nella matrice extracellulare delle modificazioni che si traducono in stimoli in grado di stimolare le cellule e favorire i processi di guarigione. L’aumento della peristalsi linfatica provocata dall’effetto fotomeccanico facilita il drenaggio degli edemi di origine infiammatoria e la riattivazione del microcircolo tissutale. L’ossigenazione dei tessuti trattati risulta maggiore.
Ma lasciamo questa parte teorica per vedere clinicamente perché possono essere utilizzati i laser terapeutici e tramite quali azioni svolgono i loro effetti benefici. Dalla somma di queste azioni derivano tutti i campi e le indicazioni di utilizzo di queste terapie.
Azione antinfiammatoria: grazie alla stimolazione biologica dei tessuti con l’aumento dell’eliminazione dei cataboliti, la vasodilatazione con incremento dell’apporto di ossigeno e sostanze nutritizie, e la stabilizzazione delle membrane cellulari.
Azione antidolorifica: aiutando il drenaggio (grazie alla vasodilatazione) delle sostanze algogene a livello delle terminazioni nocicettive e incrementando la produzione di sostanze morfino-mimetiche quali endorfine ed encefaline che hanno già di per sé attività analgesica.
Azione biostimolante: migliorando i processi energetici cellulari e incrementando i processi riparativi dei tessuti e la produzione di collagene.
Azione antiedemigena: aumenta il drenaggio da parte dei linfatici delle sostanze edemigene.
Questo è possibile grazie alle proprietà biologiche del raggio laser e ai suoi effetti anti-edemigeni, antinfiammatori, antisettici e biostimolanti sui tessuti. Da ultimo, il laser rappresenta uno strumento terapeutico che soddisfa le richieste dei clienti più esigenti, perché permette di unire rapidità di esecuzione a minore invasività, migliorando la compliance.

Vediamo quali possono essere le indicazioni terapeutiche della laser terapia:
Artrosi dell’anca
Artrosi del ginocchio
Artrosi del gomito
Artrosi della spalla
Cistite idiopatica
Contrattura muscolare
Dermatite interdigitale
Edemi
Ematomi
Ferite cutanee
Ferite cutanee infette
Ferite cutanee estese
Fistole perianali
Gengiviti
Granulomi da leccamento
Granulomi lineari
Otiti acute e croniche
Piaghe da decubito
Post-operatorio tessuto molli
Post-operatorio nelle fratture
Post-operatorio chirurgie osteo/articolari
Protrusioni discali
Sieromi

Laserterapia in dermatologia veterinaria
La Laserterapia  ha  molte applicazioni in medicina veterinaria. Per alcune indicazioni dermatologiche sono attualmente utilizzati alcuni laser chirurgici, il CO2, il diodi, il Nd:YAG ed il laser terapeutico.
Laser a diossido di carbonio-CO2
Il primo laser chirurgico a CO2, fu introdotto da Patel e Polanyi nel 1964, da allora la tecnologia e le performance del laser a diossido di carbonio sono molto migliorate, tanto che ancora oggi rappresenta il sistema più versatile ed utilizzato nel-l’uomo in chirurgia cutanea. Questo laser ha una lunghezza d’onda di 10600 nm, il suo cromoforo è rappresentato dall’acqua tissutale, di cui la cute è particolarmente ricca; per questa ragione, il CO2 è
il laser d’elezione per il tessuto cutaneo1,
Le proprietà principali del laser CO2 sono la capacità di sigillare le terminazioni nervose, per introfessione della guaina mielinica, senza tagliarle come con la lama fredda, con conseguente riduzione del dolore post-operatorio, la capacità di sigillare i
piccoli vasi linfatici con riduzione dell’edema, di coagulare i vasi ematici.
Nel cane anziano l’impiego del laser CO2 risulta particolarmente interessante per la vaporizzazione di tutte quelle piccole neoformazioni cutanee, a diffusione multicentrica, spesso di origine epiteliale sebacea, che tendono facilmente a sanguinare;
in questi pazienti, dopo un’accurata mappatura delle lesioni, previa indicazione citologica, è possibile intervenire con laser, impiegando una semplice sedazione e/o un’anestesia locale. Questa procedura ha l’innegabile vantaggio di ridurre i rischi anestesiologici per un paziente che, per l’età, ha probabilità di essere affetto da qualche insufficienza d’organo o patologia sistemica concomitante; vengono inoltre soppressi i costi di tutti gli eventuali accertamenti pre-anestetici.
In uno studio su 28 cani affetti da lesioni nodulari ricorrenti interdigitali, palmari e plantari, che non rispondevano alla terapia antibiotica, hanno provato l’efficacia della vaporizzazione con laser CO2, evidenziando una risoluzione della patologia in 25 soggetti, senza presentare recidive nel lungo periodo. Questo risultato è particolarmente rilevante dal momento che si tratta di lesioni spesso frustranti per il clinico, a causa delle frequenti recidive; l’iter corretto antecedente la procedura laser prevede, tuttavia, che venga effettuato un raschiato cutaneo, gli esami citologico, istologico, batteriologico, colturale e, se indicato, anche la PCR per micobatteriosi e leishmaniosi dalle lesioni stesse.
Il laser CO2 è stato impiegato con successo anche nell’ablazione della lesione in corso di dermatite acrale da leccamento.
Nel cane e nel gatto, inoltre, è possibile trattare le placche virali, i papillomi virali, la cheratosi attinica, il carcinoma squamoso in situ, le lesioni granulomatose a diversa eziologia e quelle di natura neoplastica o infiammatoria del padiglione auricolare
Questa sinergia di emissioni ha un affetto antiedemigeno, antinfiammatorio e antidolorifico.
Proprio per questa ampia gamma di effetti sono molti i campi della veterinaria in cui viene  essere usato oltre la dermatologia, ortopedia, neurologia, etc.
Per quanto riguarda la dermatologia il laser può essere impiegato per:
– ferite cutanee sia chirurgiche che traumatiche, può infatti essere applicato alcuni giorni dopo una chirurgia per aiutarne la cicatrizzazione o su ferite traumatiche, morsi, ascessi
– piaghe da decubito negli animali anziani
– fistole perinatali associato o meno a terapie convenzionali
– dermatiti umide o hot spot in cui aiuta un rapido ripristino dello strato cutaneo più superficiale
Nd:YAG laser
I primi dati sperimentali in medicina umana con questo tipo di laser risalgono al 1970, ma soltanto vent’anni dopo questa tecnologia si è affermata come caposaldo nella terapia delle lesioni venose degli arti inferiori.
Il laser Nd:YAG ha una lunghezza d’onda di 106nm ed è capace di penetrare la cute fino a 3 mm di profondità, raggiungendo il derma. Proprio i vasi dermici,con diametro compreso fra 0,5 e 3 mm, sono i target dello strumento.
Nel cane e nel gatto vi sono diverse lesioni vascolari cutanee, caratterizzate da uno sviluppo cavernoso dei vasi coinvolti; alcune di queste sono comuni, come l’emangioma, altre invece molto rare, come l’angiomatosi cutanea progressiva, per la quale non esiste attualmente terapia farmacologica né chirurgica efficace. Nell’esperienza di alcuni autori, il laser Nd-YAG 1064 long-pulsed e quello raddoppiato in frequenza sono stati risolutivi nel trattamento di un ridotto numero di casi di angiomatosi progressiva cutanea canina e felina, consentendo di ottenere la guarigione clinica e funzionale della parte affetta insieme ad un buon risultato estetico.
Laser a diodi
Le applicazioni chirurgiche di questo laser a fibre ottiche sono note fin dagli anni ’60; oggi. I laser a diodi moderni sono molto interessanti perché offrono un’efficienza paragonabile all’Nd:YAG, ma molti vantaggi rispetto a quest’ultimo, fra cui la maneggevolezza ed il costo inferiore. La lunghezza d’onda ha come target i pigmenti, quindi melanina ed emoglobina, mentre l’assorbimento da parte dell’acqua èdi gran lunga inferiore rispetto al laser CO2; per queste ragioni, la cute non è un buon organo bersaglio per il diodi. Inoltre, questo laser ha la capacità di penetrare molto in profondità nei tessuti, provocando una notevole cessione di calore ed un importante danno termico residuo; è un ottimo coagulatore.
Queste caratteristiche ne fanno un sistema adatto alla chirurgia dei parenchimi e delle mucose, come il cavo orale, mentre, da un punto di vista dermatologico le sue applicazioni sono piuttosto limitate ed il suo utilizzo appare ingiustificato sulla cute, se non su masse iperpigmentate.
Un’applicazione molto promettente è sicuramente rappresentata dall’utilizzo in otoscopia, in virtù della capacità del diodi di agire in ambiente acquoso: l’acqua immessa nel canale auricolare per il lavaggio aiuta a prevenire un eccessivo riscaldamento dell’epidermide a contatto con il laser. In otoscopia, com’è noto, vi è un’ottima visualizzazione delle diverse porzioni dell’orecchio e, mediante il diodi, potrebbe essere possibile, ad una mano esperta, l’ablazione delle masse tumorali in toto per escissione. In alternativa, si può vaporizzare la massa, ottenendo dapprima una sorta di devitalizzazione; il tessuto residuo può essere poi rimosso in modo tradizionale con le pinze.
Naturalmente, la procedura corretta prevede che sia prelevato un campione bioptico da destinare all’esame istopatologico, prima di effettuare l’ablazione. Il principale aspetto critico è dato dal rischio di danneggiare, per contatto diretto o per surriscaldamento, le strutture nervose auricolari.
Low Level Laser Therapy
I laser terapeutici hanno lunghezze d’onda  che vanno dallo spettro del rosso all’infrarosso; le sonde possiedono dei puntatori luminosi, che consentono di visualizzare i tessuti sottoposti alla biostimolazione. A questo gruppo di strumenti appartiene il laser HeNe (elio-neon), tra i primi ad essere utilizzati in dermatologia, ma oggi sostituito dai più moderni sistemi.
Le prime osservazioni sugli effetti benefici di questi strumenti risalgono al 1967, quando uno studioso ungherese, Endre Mester, si accorse che le applicazioni su topi di laboratorio, a cui era stato tosato il pelo,inducevano la ricrescita del mantello. Le proprietà di biostimolazione si esplicano a diversi livelli sulle cellule: in particolare, vi è un aumento della permeabilità delle membrane cellulari, un aumento della sintesi di proteine, per effetto di stimolazione su RNA e DNA, che porta alla proliferazione cellulare, un aumento pari al 150% dell’attività intracellulare di ATP, un aumento dei recettori di membrana e a livello ematico un aumento dei livelli di serotonina, una inibizione della produzione di bradichinine e leucotrieni. Altri effetti della biostimolazione riguardano l’aumento del microcircolo, della proliferazione di fibroblasti, cheratinociti e cellule endoteliali e l’attivazione dei macrofagi tissutali.
Queste proprietà determinano una diminuzione dell’infiammazione tissutale, del dolore e nell’accelerazione dei processi di guarigione. Esse vengono sfruttate nel cane e nel gatto per trattare le ulcere da decubito, le dermatiti piotraumatiche, le dermatiti acrali da leccamento, le ustioni, le ferite traumatiche con estesa perdita di sostanza, le otiti esterne acute, le cicatrici e, più in generale, tutte le aree focali dove sia presente una chiara componente infiammatoria.  È interessante rilevare che vi è un effetto di accumulo dell’energia nei tessuti irradiati e che vi può essere guarigione tissutale persino a distanza dal punto di applicazione.
L’utilizzo della LLLT è sconsigliato in caso di neoplasia, poiché potrebbe esserci il rischio di una biostimolazione anche sulle cellule tumorali; mentre, il limite più evidente di questo tipo di trattamento è legato alla disponibilità dei proprietari a fare più sedute settimanali, necessarie per ottenere un buon risultato.
In dermatologia umana viene dato risalto al beneficio offerto dalla LLLT nel trattamento della malattia di Raynaud, la cui esistenza è stata ipotizzata anche nel cane. Alla luce di ciò  i laser terapeutici potrebbero essere impiegati
nelle patologie del microcircolo anche negli animali d’affezione.
Dall’analisi della letteratura umana è possibile trarre dei nuovi spunti di riflessione ed aprire la strada a diverse prospettive di utilizzo dei laser anche nella dermatologia degli animali da affezione, sia per quanto riguarda la scelta del sistema laser più opportuno, sia per indicazioni d’uso finora mai sperimentate.
La novità assoluta in campo Veterinario è il laser palmare.
Da poco sono infatti disponibili i primi Laser Terapeutici Palmari ad uso Veterinario. Questi dispositivi permettono il proseguo delle terapie impostate in Clinica a livello domiciliare. Dopo che il Veterinario Fisioterapista ha stabilito il protocollo terapeutico più opportuno iniziando le prime applicazioni in Clinica, il Laser Palmare verrà programmato per tutto il ciclo terapeutico e varrà consegnato al proprietario. Saranno sufficienti pochi minuti due volte al giorno per effettuare l’applicazione terapeutica Laser. Le operazioni saranno molto semplici: una volta acceso il dispositivo Laser questo andrà posizionato sulla parte da trattare e attendere il tempo necessario all’esecuzione del programma terapia.
Per questioni di sicurezza, se il dispositivo Laser non viene mantenuto a contatto dei tessuti si spegne automaticamente onde evitare danni a persone ed animali.
La laserterapia è quindi una nuova alleata nella cura e nel benessere di cani e altri animali.
Fonti:Aa.tt. scivac “aggiornamento sull”uso dei laser in dermatologia”Dott. Giovanni Ghibaudo “laser dermatologici”Dott.  B. Borgarello, della Clinica Veterinaria Borgarello.
Articoli Vari.
D.C.

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