Guardando un cane come il bouledogue francese o un gatto persiano, è difficile non fissarsi su quegli occhi grandi e il muso piatto che li rendono irresistibili agli occhi di molti. Questa attrazione nasce da un legame profondo tra l’aspetto di questi animali e la risposta emotiva degli umani, che li percepiscono quasi come cuccioli bisognosi di protezione. Ma dietro questa immagine affascinante si nascondono problemi seri, spesso ignorati da chi sceglie un animale solo per la sua bellezza. La combinazione di aspetti estetici e benessere animale non sempre funziona e ci sono razze la cui conformazione fisica è il frutto di selezioni artificiali con effetti collaterali preoccupanti.
Animali come i bouledogue francesi, i bulldog inglesi, i persiani e i british-shorthair mostrano infatti caratteristiche che gli studiosi chiamano neotenia: un mantenimento di tratti infantili anche da adulti, con muso appiattito e occhi grandi. Questi tratti non sono casuali, ma il risultato di una selezione umana che enfatizza quell’aspetto “da bambino” in grado di attivare nei proprietari un forte senso di cura e protezione. Uno stimolo evolutivo che nell’animale porta all’aumento delle chance di sopravvivenza, ma che per molti di questi pet si traduce in una soluzione genetica forzata e spesso dannosa.
Un dettaglio che molti sottovalutano riguarda proprio come queste caratteristiche non siano naturali ma imposte, allontanando l’animale dalla sua conformazione originaria. Questo fenomeno necessita uno sguardo più attento, soprattutto se pensiamo che alcune di queste razze sono pressoché ovunque tra le più richieste sul mercato.
Il peso della selezione sulla salute degli animali
Tutta la varietà di razze canine oggi discende dal lupo, una specie con un muso allungato e proporzionato a una struttura predatoria perfetta. Confrontando un lupo e un bouledogue francese, emerge chiaramente quanto l’aspetto odierno di molte razze brachicefale si discosti dalla loro origine naturale. Lo schiacciamento del muso, che dà a questi animali un aspetto “adatto a suscitare tenerezza”, è in realtà la fonte di diverse difficoltà mediche.

Veterinari e specialisti da anni segnalano la necessità di mettere sotto controllo o addirittura vietare alcune di queste razze in Europa. Le caratteristiche fisiche che le contraddistinguono sono spesso accompagnate da problemi respiratori importanti, dovuti a strutture anatomiche compromesse come narici troppo strette o palato molle allungato. Tali malformazioni ostacolano una respirazione corretta fin dalla giovane età, rendendo la vita quotidiana estremamente faticosa per questi animali.
Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno riguarda l’aumento delle problematiche respiratorie e delle infezioni legate alle condizioni di vita di questi animali in ambienti chiusi e riscaldati, che non favoriscono certo la loro già compromessa capacità di recupero.
Le conseguenze più frequenti e l’impatto sulla vita degli animali
Una delle patologie più note in cani brachicefali è la sindrome brachicefalica ostruttiva delle vie aeree (BAOS). Questa combinazione di problemi anatomici restringe le vie respiratorie superiori e si manifesta con difficoltà nella respirazione, tosse frequente, affaticamento anche per sforzi minimi e nei casi più gravi con svenimenti o colpi di calore. Segnali raccontati quotidianamente da veterinari e allevatori, che mostrano quanto questi cani vivano con un margine di normalità ridotto.
A queste si aggiungono spesso altre complicazioni legate alla struttura stessa di questi animali. Gli occhi sporgenti risultano più esposti a traumi e infezioni, mentre le pieghe cutanee sono terreno fertile per problemi dermatologici che richiedono cure continue. La morfologia inoltre provoca frequenti difficoltà nel parto, costringendo molte femmine a ricorrere al taglio cesareo per la salute sia loro che dei cuccioli.
Un aspetto che sfugge a chi vive in città è quanto queste malformazioni influiscano sulla qualità della vita, costringendo gli animali a ricorrere spesso a cure specialistiche e a condizioni di vita modificate, per evitare peggioramenti clinici. Molti proprietari non immaginano la quotidianità complessa nascosta dietro l’apparente tenerezza di questi animali.
Inoltre, la forma del muso spesso causa problemi dentali, con malocclusioni che complicano la masticazione e l’alimentazione, fattore che può a sua volta influire sul benessere generale dell’animale.
Ridurre la domanda per tutelare gli animali
Informarsi in modo approfondito e diffondere consapevolezza è uno degli strumenti più efficaci per affrontare questa situazione senza dover ricorrere esclusivamente a legislazioni restrittive, sebbene queste siano spesso richieste dagli stessi operatori del settore. Storie di razze un tempo popolari e poi quasi scomparse, come il bobtail o il dalmata, dimostrano che una diminuzione della domanda può cambiare il mercato e favorire animali con connotazioni più sane.
Un’ulteriore dimensione riguarda il fenomeno della cosiddetta “tratta dei cuccioli”: un mercato legato allo sfruttamento di animali allevati in condizioni precarie e senza controlli rigorosi, spesso nelle regioni dell’Est Europa, per rispondere alle richieste di paesi come l’Italia, la Francia o la Germania. Questo commercio illegale genera un giro d’affari milionario con gravi conseguenze per la salute e la dignità degli animali coinvolti.
È una questione che tiene sotto osservazione le istituzioni europee, impegnate a contrastare questi traffici con misure che però si stanno rivelando insufficienti. La sfida resta alta, mentre cresce l’interesse di molti cittadini e associazioni nel tutelare animali che meritano condizioni di vita adeguate e non solo una scelta estetica.
Chi sceglie un animale dovrebbe sempre ricordare che l’aspetto non è mai un motivo sufficiente per mettere a rischio il benessere di un essere vivente. Questa esigenza di equilibrio tra bellezza e salute si sta lentamente facendo spazio anche tra i compratori più attenti, una tendenza che in diversi contesti italiani sta già cambiando il modo di intendere la relazione con gli animali domestici.
