Parrocchetti ondulati: come il loro cervello elabora il linguaggio e la comunicazione complessa

Parrocchetti ondulati: come il loro cervello elabora il linguaggio e la comunicazione complessa

Matteo Casini

Dicembre 6, 2025

Immagina una stanza silenziosa, interrotta solo dal canto di un parrocchetto ondulato. Quel suono, apparentemente casuale, nasconde un legame più profondo con il nostro cervello di quanto si potrebbe pensare. Da tempo gli scienziati si interrogano su come gli animali imparino a comunicare e da cosa dipenda la complessità del linguaggio. Ora una ricerca condotta negli Stati Uniti porta alla luce sorprendenti analogie tra il cervello dei pappagalli e quello degli esseri umani, soprattutto in termini di controllo vocale e apprendimento del linguaggio.

Questo studio, frutto di esperimenti effettuati nel Nord America, ha osservato il funzionamento cerebrale di parrocchetti ondulati confrontandolo con quello di altri uccelli come i fringuelli zebra, notoriamente meno dotati nel variare i suoni emessi. I risultati mostrano come i parrocchetti siano capaci di produrre una gamma vocale molto più flessibile, riproducendo suoni complessi, inclusi quelli della voce umana. È un dettaglio che molti sottovalutano, ma questo tipo di flessibilità nel canto avvicina il modo in cui gli uccelli imparano i suoni al funzionamento del linguaggio umano.

Una mappa cerebrale simile per suoni e parole

Il punto centrale dello studio ĆØ stata l’analisi di una specifica area nel cervello dei pappagalli chiamata nucleo centrale dell’arcopallio anteriore (AAC). Questa regione viene messa a confronto con le cortecce motorie del linguaggio umano, che guidano la capacitĆ  di articolare parole. Mentre nei fringuelli zebra l’apprendimento vocale passa per aree diverse e più limitate, i parrocchetti usano questa regione in maniera più complessa e specializzata.

Parrocchetti ondulati: come il loro cervello elabora il linguaggio e la comunicazione complessa
Parrocchetti ondulati: come il loro cervello elabora il linguaggio e la comunicazione complessa – thedailybulldog.it

L’AAC, infatti, invia segnali alla siringe, l’organo vocale degli uccelli, tramite il tronco encefalico, dando vita a una vera e propria mappa motoria vocale. Questo sistema registra le caratteristiche sonore come l’altezza e la struttura armonica dei vocalizzi, permettendo una modulazione più sofisticata. Lo raccontano i tecnici del settore: i neuroni coinvolti sono in grado di riprodurre variazioni cosƬ precise da imitare con successo suoni umani, una capacitĆ  che sfugge a specie con sistemi vocali meno sviluppati.

Un aspetto che sfugge a chi vive in cittĆ  ĆØ proprio quanto la comunicazione degli uccelli possa essere complessa e articolata, a differenza dell’opinione comune che li vede semplicemente come cantori istintivi. Questa ricerca sottolinea dunque come alcune strutture cerebrali si siano evolute indipendentemente ma abbiano raggiunto funzionalitĆ  simili, un fenomeno chiamato convergenza evolutiva, specie in relazione all’importanza della comunicazione vocale.

Implicazioni pratiche per la comunicazione umana

Scoprire che i pappagalli condividono con noi un sistema cerebrale simile per la produzione del linguaggio apre nuovi scenari nelle conoscenze sulla comunicazione e sul trattamento di disturbi legati al linguaggio umano. Nel Lazio e in altre regioni italiane, ad esempio, i centri di riabilitazione che lavorano su pazienti con traumi cerebrali derivanti da ictus potrebbero trovare spunti importanti dagli studi condotti su questi uccelli.

Le analogie evidenziate supportano l’ipotesi che, anche se evoluti in modo indipendente, i meccanismi motori alla base del linguaggio possono essere simili e studiabili tramite modelli animali come il parrocchetto. Questo non solo migliora la comprensione scientifica di come il cervello controlla la parola, ma indica la possibilitĆ  di mettere a punto interventi terapeutici più efficaci per chi perde la capacitĆ  di comunicare a causa di danni neurologici.

Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno, quando i pappagalli ripetono parole o suoni umani con sorprendente fedeltĆ , ora può essere interpretato come un vero e proprio laboratorio vivente per la neuroscienza. I paralleli tra strutture aviarie e umane spingono perciò la ricerca a indagare più a fondo, trasformando il pappagallo non solo in un compagno familiare, ma in un alleato per la scienza del linguaggio e della comunicazione.

Questa tendenza, che molti italiani stanno giĆ  osservando nei loro ambienti quotidiani, suggerisce un nuovo modo di guardare al mondo animale: non solo per bellezza o compagnia, ma come fonte di informazioni preziose per affrontare problemi umani complessi.

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