Perché alcuni gatti hanno il pelo arancione: fatti e ragioni di questo colore affascinante

Perché alcuni gatti hanno il pelo arancione: fatti e ragioni di questo colore affascinante

Matteo Casini

Dicembre 6, 2025

Nei quartieri, nei parchi o anche in casa, capita di vedere gatti dal pelo arancione: un colore intenso che colpisce lo sguardo e richiama attenzioni. Dietro questa tonalità non c’è però solo un colpo di fortuna della natura, ma una storia che intreccia genetica, cultura e qualche leggenda. Spesso associati a miti locali e tradizioni, questi gatti hanno da sempre suscitato curiosità. In alcune zone del mondo, come il Giappone, sono considerati portatori di buon auspicio, simboli di buona sorte e prosperità. Nelle campagne del Nord Europa, invece, la loro presenza è stata legata alla protezione della casa da influenze negative o perfino da ladri. Queste narrazioni popolari nascono soprattutto dal loro aspetto vivace e da un’idea diffusa: il gatto arancione sarebbe più socievole, estroverso e persino un po’ dispettoso, forse più portato a combinare guai rispetto ad altri felini. Tuttavia, come mostrano approfondimenti nel campo della biologia, si tratta di stereotipi senza fondamento scientifico. Il carattere di un gatto deriva da una complessa miscela di genetica, esperienza e ambiente in cui cresce. Un dettaglio che molti sottovalutano è come queste convinzioni influenzino ancora oggi la percezione che abbiamo di questo animale così comune nelle città italiane e non solo.

Il gene che colora i gatti di arancione

Dietro il mantello arancione dei gatti c’è una chiave genetica precisa. Recenti scoperte infatti hanno svelato che questa caratteristica deriva da una modifica sul gene ARHGAP36, localizzato sul cromosoma X del gatto. Questo gene, che in condizioni normali ha altri ruoli nel funzionamento cellulare, quando presenta una piccola porzione mancante – una delezione – cambia l’attività nelle cellule produttrici di pigmento, chiamate melanociti.

Perché alcuni gatti hanno il pelo arancione: fatti e ragioni di questo colore affascinante
Perché alcuni gatti hanno il pelo arancione: fatti e ragioni di questo colore affascinante – thedailybulldog.it

Nel dettaglio, questa alterazione fa sì che la produzione pigmentaria si orienti verso le tonalità rosse e arancioni (feomelanina) piuttosto che a quelle scure come nero o marrone (eumelanina). Questo meccanismo spiega perché alcuni gatti presentano quel caratteristico colore “di fuoco” che tanto attira l’attenzione. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che questa mutazione non è esclusiva di una razza specifica, ma si può osservare in molti gatti diversi, da quelli di strada fino ai più noti in appartamento. La scoperta è stata il frutto di ricerche indipendenti condotte da università di rilievo in Asia e Stati Uniti, che hanno confermato quanto l’ereditarietà svolga un ruolo centrale nel determinare l’aspetto fisico degli animali domestici.

Perché i gatti arancioni sono quasi sempre maschi

Un altro elemento curioso riguarda il sesso degli esemplari con pelo arancione. Lo spiegano proprio le caratteristiche di questo gene sul cromosoma X. I gatti maschi, avendo un solo cromosoma X e uno Y, sviluppano più facilmente il mantello arancione se ereditano la mutazione sul loro unico cromosoma X. Le femmine invece, dotate di due cromosomi X, devono ricevere la mutazione da entrambi per avere un pelo interamente arancione, una situazione meno frequente statisticamente. Se questa condizione si verifica su un solo cromosoma, il mantello appare maculato o “mosaico”: tipico delle gatte calico o tartarugate, con zone arancioni alternate ad altre di colore diverso. Lo raccontano gli esperti del settore, sottolineando che questo spiega perché i gatti arancioni maschi sono molto più comuni. Nel corso dell’anno in molte abitazioni del Lazio, come in altri centri italiani, è facile notare questa predominanza. Si tratta quindi di una peculiarità legata alla genetica sessuale che si riflette chiaramente nella varietà cromatica.

Cosa ci dice questa mutazione sull’evoluzione dei colori

Gli studi che hanno approfondito la base molecolare dei colori dei gatti domestici offrono uno spunto più ampio per comprendere l’evoluzione dei tratti fisici in molti animali. La mutazione legata al cromosoma X, oltre a chiarire il perché del pelo arancione, mostra come i geni possano acquisire nuove funzioni nel tempo per adattarsi a condizioni diverse. Ricercatori come Christopher Kaelin all’Università di Stanford hanno messo a confronto queste variazioni con quelle osservate in cani, ghepardi, tigri e anche zebre. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è che queste modifiche genetiche possono essere tanto antiche da emergere già nei primi momenti della domesticazione, quando gli umani hanno iniziato a selezionare gli animali anche per il loro aspetto. Per i gatti arancioni, non è da escludere che la propensione umana a preferire mantelli rari o appariscenti abbia favorito la diffusione della mutazione. Sono ancora in corso verifiche che proveranno a datare più precisamente quando e dove si è manifestata per la prima volta. Alcuni studiosi ipotizzano di analizzare persino il Dna di gatti mummificati o dipinti antichi, per capire se questo fenotipo fosse già presente in epoche remote della storia, ad esempio nell’antico Egitto. Un dettaglio che molti sottovalutano è quindi l’importanza di un gesto quotidiano banale, come accarezzare un gatto dal pelo arancione, che è il risultato di un’evoluzione lunga e complessa, legata anche all’interazione tra natura e società umana.

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