Un semplice accorgimento nel trattamento antiparassitario per migliorare la salute degli animali domestici

Un semplice accorgimento nel trattamento antiparassitario per migliorare la salute degli animali domestici

Matteo Casini

Dicembre 13, 2025

Nei controlli di routine sui cuccioli, capita spesso di imbattersi in protocolli sanitari piuttosto rigorosi. Nei libretti sanitari si trovano vaccinazioni, esami delle feci ripetuti a distanza di pochi giorni e trattamenti antiparassitari specifici. Un approccio corretto, specie quando l’esame coprolo è un passaggio prima della vaccinazione. Questo controllo rivela la presenza di parassiti che potrebbero compromettere la salute del cucciolo o l’efficacia stessa del vaccino. Non si tratta soltanto dei classici vermi tondi come ascaridi o ancylostomi, ma anche di organismi più insidiosi come i coccidi, che richiedono farmaci specifici. La strategia di ripetere l’esame a distanza di circa una settimana è consolidata per evitare falsi negativi: può accadere infatti che nel momento del prelievo non siano presenti uova di parassiti, pur essendo il piccolo infestato. Questo dettaglio spiega perché non basarsi su un solo esame mette al riparo da errori diagnostici.

Un dettaglio che spesso sfugge anche a chi si occupa di salute animale riguarda il tipo di farmaco antiparassitario somministrato. Di solito si utilizza un prodotto mirato contro i nematelminti, ovvero i vermi tondi. La scelta non è sbagliata, dato che questi parassiti sono tra i più comuni, ma lascia perplessi se si pensa che non sempre l’esame coprolo individua la presenza di cestodi o vermi piatti. Questi ultimi possono sfuggire al controllo iniziale e rimangono potenziali minacce per la salute. È questo un ambito di discussione tra specialisti, soprattutto in aree dove la presenza di cestodi è più diffusa, per esempio in alcune zone del centro-nord Italia.

Perché fare più esami è fondamentale per il cucciolo

Quando si parla di salute dei cuccioli, la precauzione è una parola chiave. L’esame delle feci effettuato due volte a distanza di una settimana è una pratica consolidata per un motivo preciso: alcuni parassiti rilasciano uova in modo intermittente, perciò un controllo isolato può non rilevarli. Questo procedimento è tanto più critico nei cuccioli, il cui sistema immunitario è ancora in fase di sviluppo. I veterinari lo raccomandano soprattutto prima delle vaccinazioni, proprio per evitare che un’infezione parassitaria possa interferire con la risposta immunitaria generata dal vaccino. Chi vive in città nota che questa attenzione non è più un lusso, visto l’aumento delle infestazioni negli ambienti urbani e periurbani.

Un semplice accorgimento nel trattamento antiparassitario per migliorare la salute degli animali domestici
Un semplice accorgimento nel trattamento antiparassitario per migliorare la salute degli animali domestici – thedailybulldog.it

Il trattamento con un antiparassitario, somministrato subito dopo gli esami, consente di agire tempestivamente. Tuttavia, non tutte le sostanze impiegate coprono tutti i tipi di vermi. Un trattamento mirato sui nematodi lascia scoperti i cestodi, che di solito vanno trattati con farmaci diversi, a base di praziquantel o altre molecole specifiche. Ecco perché, anche se si adottano precauzioni meticolose, la vaccinazione potrebbe non essere altrettanto efficace se la presenza di cestodi non viene confermata o esclusa.

Trattamenti a spettro più ampio: una scelta da valutare

Il dubbio che emerge nei protocolli veterinari riguarda proprio la scelta del farmaco antiparassitario. Se l’esame delle feci può non rilevare tutti i parassiti, perché non optare per una terapia a largo spettro, che colpisca sia i nematodi sia i cestodi? È una domanda che percorre le stanze degli ambulatori più attenti. La risposta però non è solo tecnica: ogni farmaco ha dosaggi, effetti collaterali e profili di sicurezza da considerare, specialmente nei cuccioli più piccoli. Inoltre, l’impiego indiscriminato di farmaci a largo spettro potrebbe favorire fenomeni di resistenza o complicazioni non prevedibili.

In varie regioni italiane, inoltre, la distribuzione di parassiti varia per clima e ambiente. Un protocollo unico per tutti rischia di essere inefficace o eccessivo. Per questo motivo, molti veterinari preferiscono basare la terapia sui risultati delle analisi o ripetere i controlli nei mesi successivi per adottare strategie più mirate. Un fenomeno che molti proprietari sottovalutano è che la presenza di questi vermi non riguarda solo il singolo cucciolo, ma può coinvolgere tutta la famiglia animale, rendendo la prevenzione un fattore collettivo.

Alla fine, la salute del cucciolo si tutela con una combinazione di controlli accurati, trattamenti scelti con attenzione e una valutazione costante. È un equilibrio delicato che ogni proprietario e veterinario deve gestire in base al contesto e alle condizioni specifiche dell’animale. Una tendenza che in molti ambulatori italiani si sta consolidando, con un approccio sempre più scientifico e personalizzato.

×