I piccioni si orientano utilizzando segnali naturali e indizi non visibili per trovare la via giusta

I piccioni si orientano utilizzando segnali naturali e indizi non visibili per trovare la via giusta

Matteo Casini

Dicembre 16, 2025

In molte città italiane è comune osservare piccioni in volo, ma pochi si fermano a pensare a come facciano a orientarsi con una precisione sorprendente, spesso ritrovando il punto di partenza dopo centinaia di chilometri. Questo fenomeno ha tenuto impegnati per decenni gli studiosi, incuriositi dalle capacità di navigazione di questi uccelli che sfidano le leggi della memoria e dello spazio. Un dettaglio che molti sottovalutano è il ruolo di un organo nascosto all’interno del loro corpo, fondamentale per questa abilità straordinaria.

Recenti ricerche, guidate da un gruppo di scienziati tedeschi e austriaci, hanno indirizzato l’attenzione sull’importanza dell’orecchio interno dei piccioni come chiave per capire il loro sistema di orientamento. A capo di questa indagine c’è il neuroscienziato David Keays, che ha scoperto come il cervello degli uccelli risponda ai campi magnetici del pianeta in modo molto più diretto e specifico di quanto si pensasse fino a poco tempo fa. Questa scoperta mostra un meccanismo sensoriale che non ha nulla a che vedere con particelle di ferro nel becco o ipotetiche capacità visive quantistiche, teorie che sono state finora le più accreditate.

Durante gli esperimenti, i ricercatori hanno osservato un’attività intensa e immediata in una zona cerebrale chiamata nucleo vestibolare, anch’essa collegata all’equilibrio e al controllo posturale. Da un’analisi più approfondita del tessuto dell’orecchio interno sono emerse cellule dotate di sensori elettrici molto sensibili, analoghi a quelli utilizzati da alcune creature marine per localizzare le prede. Chi vive in città nota tutti i giorni come questi sensori biologici riescano a tradurre forze invisibili in segnali comprensibili per il cervello.

La bussola biologica e il principio della ricarica wireless

Il punto di svolta nella comprensione di questo sistema è legato a un principio fisico comune nella vita quotidiana, quello che consente la ricarica wireless dei nostri dispositivi. Parte di questa intuizione risale addirittura al XIX secolo, a uno studio del naturalista Camille Viguier che ipotizzò come il movimento di un organismo attraverso un campo magnetico potesse generare correnti elettriche comprensibili al sistema nervoso.

I piccioni si orientano utilizzando segnali naturali e indizi non visibili per trovare la via giusta
I piccioni si orientano utilizzando segnali naturali e indizi non visibili per trovare la via giusta – thedailybulldog.it

Il meccanismo funziona così: mentre il piccione si muove nel campo magnetico terrestre, nel suo orecchio interno si generano correnti elettriche molto deboli grazie a una forma di induzione elettromagnetica. Questo processo assomiglia molto a quello presente nei caricabatterie wireless, dove un campo magnetico induce una corrente elettrica in un dispositivo appoggiato sul caricatore. Nel caso degli uccelli, invece, questa corrente elettrica naturale permette di trasformare la variazione del campo magnetico in un segnale che il cervello può interpretare come una vera e propria bussola biologica.

Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che non si tratta solo di un senso specifico, ma probabilmente di un sistema complesso che combina intensità e inclinazione del campo magnetico terrestre per costruire una vera e propria mappa spaziale interna. I piccioni, infatti, possono così orientarsi in modo molto preciso anche in assenza di punti di riferimento visivi.

Una nuova prospettiva sull’orientamento animale

Questa scoperta apre un capitolo nuovo per la scienza: la funzione sensoriale dell’orecchio interno legata ai campi magnetici costringe a rivedere molte delle ipotesi finora accettate sulla navigazione degli uccelli. Si tratta di una svolta che non solo risolve un enigma di lunga data, ma amplia il campo di studio della fisiologia e dei sensi animali, suggerendo che il “sesto senso” di alcuni volatili non sia un mistero, ma un adattamento evolutivo concreto e misurabile.

Il sistema sensoriale in questione sfrutta un principio fisico noto, trasformando il movimento degli uccelli in un processo continuo di acquisizione di informazioni utili a mantenere la direzione durante il volo. Questo meccanismo è molto più sofisticato di quanto si fosse ipotizzato, integrando stimoli magnetici con altre percezioni sensoriali per garantire precisione e affidabilità.

In diverse regioni italiane, chi osserva il volo dei piccioni può quindi diventare testimone di una strategia evolutiva intelligente, basata su fenomeni naturali e universali. Questo tipo di orientamento non è una forma di magia o intuito, ma il frutto di una lunga storia evolutiva durante la quale certe proprietà fisiche sono state metabolizzate per servire alla navigazione. Una tendenza che, anche nel mondo animale, si avvale della fisica per affrontare il problema di spaziare e tornare a casa con precisione.

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