Febbre nel gatto: come riconoscere i sintomi, i trattamenti efficaci e i consigli per la protezione

Febbre nel gatto: come riconoscere i sintomi, i trattamenti efficaci e i consigli per la protezione

Matteo Casini

Dicembre 24, 2025

Spesso molti padroni si fanno un’idea sbagliata sulla temperatura corporea del proprio gatto, esponendo così il micio a rischi che si potrebbero evitare facilmente. Per fare un esempio: 38 gradi per un umano possono voler dire febbre. Ma nel gatto sono praticamente una condizione normale, con la temperatura che si aggira attorno ai 38,5 gradi. Quando invece si supera questa soglia, allora sì – attenzione –, perché potrebbe indicare un problema di salute. Riconoscere questi segnali in tempo, però, non è affatto semplice. La febbre nei felini spesso si manifesta con piccoli cambiamenti, lievi ma significativi. Chi vive con un gatto lo sa: bisogna saper leggere questi segnali sottili.

Quando la febbre diventa un segnale da non sottovalutare

Misurare la febbre nel gatto non si riduce mai a un semplice numero: va considerato tutto un quadro. Un valore oltre i 38,5 gradi può indicare diverse malattie. La misura – di solito rettale – non è un gioco da ragazzi, anzi: fare di fretta rischia solo di stressare il micio. Per questo motivo, oltre a prenderne la temperatura, si osserva attentamente l’atteggiamento e i comportamenti. Se il gatto mangia di meno, tende a isolarsi e mostra meno voglia di movimento, spesso è il primo campanello d’allarme, accompagnato o seguito dalla febbre vera e propria.

Febbre nel gatto: come riconoscere i sintomi, i trattamenti efficaci e i consigli per la protezione
Un gatto avvolto in una coperta calda con il termometro, un’immagine che sottolinea l’importanza di monitorare la sua temperatura. – thedailybulldog.it

È facile sottovalutare questi segnali, soprattutto nelle grandi città dove i gatti hanno una vita più sedentaria e quindi non si notano subito le anomalie. La chiave? La vigilanza del padrone, che può intervenire prima che la situazione peggiori. Non c’è bisogno di cambiare radicalmente il comportamento del gatto perché si noti qualcosa che non va: a volte basta un miagolio più flebile o meno voglia di stare in compagnia. Piccole cose, ma che dicono molto.

Le cause principali della febbre nel gatto

Una causa frequente della febbre nei mici sono le infezioni virali, in modo particolare quelle che colpiscono le vie respiratorie superiori. Si parla così di una sorta di “influenza felina” – che chi ha un gatto conosce bene –, provocata da due virus principali: il calicivirus felino e l’herpesvirus felino. Non sono virus che passano all’uomo, per fortuna, anche se tra gatti si diffondono facilmente, soprattutto in ambienti dove sono molti a vivere insieme, come canili o pensioni per animali.

Non solo virus: alcuni batteri possono peggiorare lo stato di salute o essere la causa diretta della febbre. La bordetella bronchiseptica o la chlamydophila felis sono tra i più comuni. Si trasmettono soprattutto con il contatto diretto tra gatti infetti o portatori sani, ma attenzione: anche oggetti contaminati come le ciotole o la lettiera – dettaglio da non sottovalutare – possono veicolare i batteri. Per questo, mantenere la pulizia è un elemento chiave per tenere lontane le malattie.

I sintomi di queste infezioni virali o batteriche? Si riconoscono dalla febbre, starnuti, secrezioni agli occhi e al naso, dalla perdita di appetito e, nei casi più gravi, ulcere in bocca o tosse. Agire prontamente aiuta a evitare complicanze e tempi lunghi di convalescenza, soprattutto per quei gatti già un po’ debilitati o soggetti a ricadute. La rapidità, insomma, conta sempre.

Gestione e prevenzione della febbre nel gatto

Dopo la conferma della febbre da parte del veterinario, la terapia varia in base alla causa e a quanto è grave la situazione. Molte infezioni respiratorie possono migliorare da sole, ma alcune richiedono farmaci specifici. L’uso di antibiotici serve a prevenire infezioni secondarie e, in casi più complessi, si ricorre a medicinali antivirali. Spetterà al veterinario anche consigliare il modo migliore per mantenere l’ambiente del gatto pulito e limitare il contagio verso altri animali della famiglia.

Non accennate mai a rimedi fai-da-te: intervenire senza sapere la causa rischia di peggiorare tutto e allungare i tempi di guarigione. Durante i momenti più difficili, il gatto deve avere sempre a disposizione acqua fresca e un posto caldo e tranquillo per riposare – supporto necessario per il sistema immunitario. Una dieta equilibrata e meno stress sono altri due fattori che aiutano a rinforzare le difese naturali, diminuendo le possibilità di ricadute.

La vaccinazione si conferma il miglior strumento per evitare le infezioni virali responsabili della febbre. Seguire i programmi vaccinali consigliati fin da cucciolo offre una protezione solida, anche se – purtroppo – non annulla del tutto il rischio di contagio, soprattutto in chi ha già avuto contatti con i virus. Dunque, pulizia e costante attenzione alla salute del gatto restano indispensabili. Chi convive con un gatto in città come Milano o Torino lo sa bene: lo stile di vita ha un impatto diretto sulla capacità del micio di difendersi da malattie che possono diventare serie.

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