Quando un gatto si avvicina spesso alla ciotola dell’acqua, specialmente durante le giornate afose, non si tratta di un comportamento raro. Però, la sete che si fa insistente e quasi esagerata può nascondere problemi più seri. I felini sono maestri nel celare malesseri – ecco perché certi segnali, così sottili, rischiano di passare inosservati. Quindi, capire qual è il vero motivo dietro a un consumo insolito di acqua diventa una mossa furba, specie se si vuole intervenire prima che la situazione peggiori.
Quando l’aumento della sete indica qualcosa di più
C’è chi nota come la sete di un gatto cambi a seconda delle stagioni o dell’attività svolta: un’osservazione piuttosto comune. Ma se il bere si intensifica troppo, non è solo la calura a spiegare tutto. Possibili cause? Patologie renali, problemi al fegato o disturbi endocrini, collegati ai meccanismi di gestione dei liquidi del corpo. Per esempio, nell’insufficienza renale la capacità di filtrare scarti si riduce e allora il gatto sente il bisogno di bere di più, per cercare di compensare.

Un’altra condizione che fa aumentare la sete è il diabete mellito, dovuto alla perdita di liquidi provocata dall’escrezione dello zucchero in eccesso tramite l’urina. Non mancano poi casi in cui l’ipertiroidismo o infezioni delle vie urinarie si presentano con questo sintomo – spesso senza rumore, accompagnati da altri segnali meno evidenti, ma lì, proprio dietro l’angolo.
Chi vive in città, magari anche nel Nord Italia, sa bene che certe malattie croniche emergono con più facilità, per via del clima urbano – spesso secco e stressante per l’organismo. Aumentare la sete può essere un campanello d’allarme, una forma di adattamento del gatto a qualche malessere che non si vede subito.
Capire i segnali quotidiani per intervenire
Non è mai semplice tenere il conto di quanta acqua beve un gatto, specialmente se in casa ce ne sono più di uno. Non serve metterli sotto esame a ogni sorso, però è utile percepire cambiamenti nei loro modi consueti. La ciotola svuotata più in fretta o frequenti “corse” all’acqua devono far drizzare un po’ le antenne. Spesso, a queste modifiche si aggiungono variazioni nell’appetito o nel carattere: alcuni gatti diventano più nervosi o irritabili, senza un motivo apparente.
Il sonno e il ritmo tipico della giornata possono cambiare e basta, giusto per esempio – a volte il micio preferisce posti insoliti per dormire, o si mette a riposare più del solito. Segni inequivocabili, come vomito, diarrea o disagio fisico, invece, non vanno mai ignorati: spingono a una visita veterinaria urgente.
Nei contesti cittadini, pieni di stimoli e altri animali, chi sta vicino agli animali può cogliere piccoli dettagli che fanno la differenza, spingendo a riconoscere in tempo disturbi che altrimenti si aggraverebbero.
Fattori che influenzano il consumo d’acqua nei gatti
Il fabbisogno d’acqua varia in base all’ambiente e alla dieta. Un gatto che vive in casa, in un ambiente con temperature stabili e poca attività, tende a bere meno rispetto a un esemplare più vivace o esposto al caldo. La dieta conta molto: il cibo umido, diciamo, contribuisce con una buona parte di liquidi. Chi invece dà solo cibo secco – attenzione – dovrebbe sorvegliare di più l’assunzione per evitare rischi di disidratazione.
Quando si passa dall’umido al secco, è normale vedere un incremento della sete. Qui, l’accesso a acqua fresca facile e costante diventa carta vincente. Pulire la ciotola regolarmente e metterla in un punto tranquillo aiuta a mantenere la giusta idratazione, un dettaglio non da poco.
Alcuni gatti mostrano una vera e propria preferenza per acque alternative: rubinetti che gocciolano, ad esempio, spesso sono più graditi. Questo potrebbe dipendere dall’acqua più fresca o dalla qualità percepita rispetto a quella della ciotola. Cambiare questi piccoli fattori spesso accorcia questa ricerca continua, facendo stare meglio il micio.
Se la sete cresce senza un motivo chiaro, sarebbe meglio consultare un veterinario, soprattutto per escludere malattie che necessitano diagnosi precise e cure specifiche. Il risultato? Una gestione migliore e più tempestiva del problema.
