I primi giorni di vita dei gattini: quando aprono gli occhi e iniziano a esplorare il mondo

I primi giorni di vita dei gattini: quando aprono gli occhi e iniziano a esplorare il mondo

Matteo Casini

Dicembre 30, 2025

I gattini appena nati si affacciano a un mondo quasi immerso nel buio: gli occhi ancora chiusi nascondono una vista che ancora deve svilupparsi del tutto. Serve. Davvero serve per proteggere quegli occhi delicati, impedendo che la luce troppo forte o qualche agente esterno provochino danni nei primi giorni. Chi si prende cura dei piccoli dovrebbe capire quando apriranno gli occhi e, soprattutto, sapere perché quel momento arriva con un certo ritardo: così si evita di forzarli e si lascia che tutto segua i tempi giusti, senza stress inutili.

C’è chi si chiede, accogliendo un cucciolo per la prima volta, quando avverrà quel primo, vero sguardo sul mondo. La risposta? Non è mai uguale per tutti. Solitamente, si parte dalla fine della prima settimana (intorno al settimo giorno), ma può capitare più tardi, fino anche al quattordicesimo. Alcuni cuccioli aprono gli occhi già al sesto giorno, altri – diciamo – si prendono comodo fino al decimo. Questo va visto come un segno della loro natura complessa e fragile nei primi giorni: un promemoria per tutti di lasciar fare alla natura, senza fretta.

Perché gli occhi restano chiusi nei primi giorni

Non è solo una questione di crescita incompleta: quella chiusura degli occhi è una vera protezione. I piccoli – e qui si parla della loro fragile età – non hanno ancora occhi pronti per affrontare l’esterno. Mancano di un sistema lacrimale sviluppato a dovere, capace di difendere da polvere o germi. Senza questa barriera naturale, la luce e lo sporco potrebbero creare problemi seri, anche infezioni.

I primi giorni di vita dei gattini: quando aprono gli occhi e iniziano a esplorare il mondo
Teneri gattini, adagiati in un cesto di vimini, esplorano il mondo con i loro occhietti azzurri appena aperti, circondati dal verde. – thedailybulldog.it

La luce intensa, d’altra parte, dà fastidio. Basta poco, anche una luminosità discreta può risultare pesante ai loro occhi, sensibili più del previsto. Altro che abituarsi subito: la natura ha previsto tutto, facendo in modo che gli occhi restino chiusi finché non saranno pronti. E chi vive in città, con luci artificiali a non finire, lo capisce bene.

Nel frattempo, i muscoli delle palpebre si fanno più forti, un passaggio spesso dimenticato ma importante. Solo così il gattino può aprire e chiudere gli occhi in modo controllato, evitando movimenti bruschi che farebbero male. È un dettaglio che dice tanto sulla complessità del loro sviluppo – e non solo dentro, ma anche fuori, sull’aspetto fisico.

Come evolve la vista dei gattini dopo l’apertura

Quando finalmente aprono gli occhi, la vista è un po’ una nebbia: tutto appare sfocato, senza nitidezza. Come guardare attraverso un velo sottile che non lascia cogliere dettagli nitidi. Però, nei giorni che seguono, la situazione cambia: la messa a fuoco migliora, le luci e le ombre si distinguono con più chiarezza, abilità indispensabili per orientarsi nel mondo.

I colori? Vengono dopo, lentamente. Solo dopo qualche mese i gattini iniziano a notare i contrasti principali e a riconoscere qualche tonalità, ma la visione cromatica di un adulto resta lontana anni luce. Dietro a tutto questo c’è il lavoro della rete nervosa e dei muscoli oculari, che via via diventano più forti e precisi, collegando meglio il cervello con gli occhi.

Alla crescita visiva corrisponde pure una curiosità crescente e un vero interesse per l’ambiente. Il periodo dell’esplorazione aumenta, li spinge a entrare in contatto col mondo esterno. E poi c’è altro: gli stimoli visivi, tattili e sonori aiutano a rafforzare i legami con la mamma e i fratelli. Un aspetto che chi abita in città – e che magari ha poco tempo – spesso non nota, ma è davvero importante.

Le prime attenzioni e quando intervenire con il veterinario

Le prime tre settimane? Momenti decisivi. Il contatto umano deve essere dosato: carezze e coccole fanno bene, ma solo se delicate e senza sostituirsi alla mamma, che resta il punto di riferimento assoluto. Troppe mani o attenzioni sbagliate rischiano di stressare, sia il neonato che la femmina.

La mamma non serve solo per il latte, ma anche per stimolare il cervello e il comportamento. Il leccamento, per esempio, aiuta la formazione cerebrale e tiene a bada lo stress. Tirarsela troppo con il contatto umano può incombere e frenare questo rapporto – molto più sottile di quanto si immagini – tra mamma e cuccioli.

Mai provare a forzare l’apertura degli occhi. Si tratta di una regola d’oro. Se dopo due settimane gli occhi rimangono chiusi o se noti gonfiore, arrossamento, secrezioni o altri segnali strani, la visita dal veterinario va fatta subito. Questi problemi spesso indicano infezioni o altro, che demandano trattamenti immediati.

Anche i comportamenti danno indizi: un gattino che non vocalizza o non risponde agli stimoli può richiedere un controllo precoce. Sono dettagli facilmente trascurabili, ma contano: fa tutta la differenza per una crescita sana e senza intoppi.

Seguire con attenzione quei primi, fragili passi – fisici e sensoriali – vuol dire aiutare il gattino a diventare un amico felino forte e autonomo, pronto ad affrontare il futuro con occhi (e muscoli) ben sviluppati.

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